La voce italiana di un corporate video messa alla prova

Quando sono stato contattato dagli amici di Rare-Partners per la realizzazione della versione italiana del video corporate di Fabriano, ho subito pensato: ecco ancora un altro video corporate, un po’ autoreferenziale, che mostra unicamente metodi di produzione e virtù di un’impresa. Invece mi sbagliavo, eccome! Il filmato era stato prodotto a regola d’arte, la sceneggiatura prevedeva un inizio fatto di diverse scene che riproducono la vita di tutti i giorni di diverse generazioni alle prese con l’uso della carta. E, da buon boomer, ho pensato subito alla mia infanzia, all’ora dedicata al disegno, a scuola, quando la cartella si sformava per contenere la riga e l’album dei fogli da disegno, rigorosamente Fabriano! Quell’album dalla copertina bianca con le scritte azzurre, che conteneva di tutto: dal disegno tecnico (oddio come odiavo le proiezioni ortogonali!) al disegno a mano libera, fino alle primitive tavole con le letterine o i box colorati che ci faceva sentire tutti dei Piet Mondriaan in erba (ricordate anche voi, confessatelo!).

Quelle immagini dell’incipit del corporate video di Fabriano realizzato con cura, erano qualcosa di nuovo nel panorama dei video cosiddetti industriali. Esprimeva la consapevolezza di un’identità, quella di Fabriano, che è fa parte del vissuto di milioni di Italiani e probabilmente di altrettanti milioni in diversi paesi del mondo.
In quel momento mi sono sentito realmente orgoglioso di essere stato scelto per questa realizzazione, per la quale ho deciso di riservare il massimo delle attenzioni dal mio home recording studio di Milano.

Il video Corporate di Fabriano parla di come eravamo

La carta per scrivere e disegnare: un fascino intatto nell’era digitale

Effettivamente quell’educazione scolastica un po’ rigida, che mi faceva iniziare ciascun anno delle scuole elementari con il compito di realizzare innumerevoli tavole di letterine minuscole e maiuscole, in stampatello e corsivo, ha costruito un pezzo di quello che sono oggi. E quella passione per l’inchiostro che sporca i polpastrelli, per la china “succhiata” dallo stantuffo nei disegni tecnici, della stilografica che verga dapprima su fogli a righe e poi, in età adulta pronta ad affrontare l’ignoto del foglio completamente bianco, immaginando righe e subendo il fascino della scrittura che fluttua nell’aria. Un’abitudine che ho conservato sino ad oggi, visto che vado in giro praticamente con una cartoleria in borsa, fatta di matite dello 0,9, gomme pane, stilografiche con diversi colori, dal nero al blu-nero sino al seppia. Sì, come speaker e voce dei corporate video sono alquanto particolare, vista questa mezza ossessione che mi accompagna da diversi decenni, e che rappresenta per me un po’ quello che significa la coperta per Linus: un luogo certo, dove ritrovarmi, un luogo dove tutto può ricominciare da zero: basta voltare pagina e si è subito pronti a scrivere una nuova storia, creare una nuova immagine, costruire un nuovo diagramma (oggi i più smaliziati direbbero “infografica”).

L’album Fabriano si riconosce per la copertina bianca con la grafica azzurra

Segnare il foglio anche in studio di registrazione: come scrivere musica

L’uso della penna sul foglio per me è un’abitudine conservata anche nella mia esperienza professionale in studio di registrazione: come doppiatore e voce della pubblicità sono stato abituato a segnare (si dice proprio cosi) il testo con una serie di segni particolari che definiscono l’intenzione e il ritmo da adottare nell’interpretazione. Una virgola, una piccola pausa. Due virgole consecutive, e la pausa aumenta leggermente di durata. Una barretta obliqua (il solito amico direbbe “slash”) a significare una pausa importante, due barrette, ancora più grande, eccetera eccetera.
Così come le intonazioni da segnare. Un segno verso l’alto e la frase si apre nell’intenzione. Un segno verso la base della riga (in basso) e il tono è pronto a chiudere il senso della frase. Insomma, la matita sullo script di un corporate video, per uno speaker professionista, è uno strumento indispensabile, del quale è tutt’ora difficile farne a meno, considerato che l’innovaizone tecnologica e anche un qualche senso di etica ecologista, ci impongono di utilizzare device tecnologici al posto del foglio di carta stampato. Oggi si incide a microfono con un tablet nel quale è riportato il testo e, se proprio sei un nerd tecnologico, ti munisci di matita elettronica per “segnare” il testo direttamente sullo schermo digitale. Segno dei tempi che cambiano e che, per tre minuti, sono stati riportati indietro nel video corporate di Fabriano realizzato sul finire del 2022.

Le lavorazioni Fabriano sono fatte ancora con metodi tradizionali

Fabriano: Una storia che parla del nostro passato

Sì, perché quella di Fabriano è una delle storie più antiche del nostro paese, che affonda le sue radici agli albori dell’utilizzo della carta nel mondo. Il video, dopo l’apertura che vi ho descritto, nella quale vengono rappresentate le scene di vita quotidiana del presente dove la carta, di un quaderno, di un album da disegno, di una lettera, o di un blocco di appunti da studente, sono elementi protagonisti della nostra quotidianità, che si imprimono nella nostra formazione e che ci accudiscono quando siamo soli a fare il punto di questa corsa senza fiato che è la vita.

In questo il video corporate di Fabriano è stato una piacevolissima sorpresa, con quadri mai stucchevoli e giocati con un’abile regia, cui fanno da contraltare le immagini della fabbrica, questa volta pertinenti e non autoreferenziali, perché il dialogo va a poggiare sulla necessaria attenzione che viene fatta nella realizzazione di quella carta che accarezziamo, riponiamo nella borsa, pieghiamo in una lettera (per chi, fortunato, ne scrive ancora).

Scopro che Fabriano ha una storia pazzesca, che risale al 1264 (!). Praticamente ha accompagnato la nascita della lingua italiana, probabilmente vergata per la prima volta proprio su carta Fabriano… chissà!

E scopro anche che molte delle carte preziose che Fabriano realizza, sono fatte seguendo i metodi antichi di quegli avi che avevano iniziato con le carte a mano, spalmate nelle tavole, lasciate ad essiccare.

Mi viene da concludere con i giusti ringraziamenti a coloro che mi hanno scelto per essere la voce di questo video corporate, Rachele, Massi e Saschia, un gruppo veramente in gamba di videomaker, strategist e producer con i quali ho interagito positivamente dal mio home studio, inviando loro la registrazione in diverse versioni, che loro hanno poi scelto in postproduzione. E se vi dicessi che non li ho mai incontrati, non vi sorprendereste, visto che gran parte del lavoro dello speaker della pubblicità e dei video corporate è svolto da remoto, collegato a volte in tempo reale, più spesso raccogliendo indicazioni ed eseguendole al microfono. Alla prossima!

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