Il digital ha trasformato il lavoro dello speaker e avvicinato i due mondi: quello dell’attore e del voice over

Lo spostarsi progressivo dei budget di comunicazione nel mondo digitale ha creato innumerevoli opportunità di diversificazione dell’attività del VoiceOver, grazie al moltiplicarsi della necessità di accompagnare con una voce professionale non solo audiovisivi, ma anche post sui social, brevi video su instagram, videoanimazioni di prodotto che ne mostrano momenti d’uso e caratteristiche. È un costante anche se lento moltiplicarsi di occasioni di lavoro e definisce lo speaker per il mondo digitale.

Aggiungiamo inoltre la grande evoluzione del mercato degli audiolibri, che ha rivelato come l’espressività attorale sia un fattore di competitività molto rilevante. Le grandi piattaforme di audiolibri come Amazon Audible e Storytel, coinvolgono sempre più attori per la lettura dei loro titoli, con il risultato complessivo di aumentare considerevolmente la qualità dei prodotti e la varietà degli stessi.

Quest’ultimo fenomeno, insieme a un altro fattore contingente di cui parleremo tra poco, ha avvicinato due mondi sino a ieri inevitabilmente distanti: quello degli speaker pubblicitari e degli attori di teatro, includendoli in un’unica grande categoria: Lo speaker per il mondo digitale.

Il fattore contingente cui ho fatto riferimento è purtroppo la chiusura di tutti i teatri a causa dell’emergenza del Covid 19, costringendo a casa tantissimi attori con la legittima necessità di trovare delle alternative alla loro attività abituale sugli impiantiti dei palcoscenici che, per il momento almeno, resteranno deserti per un po’.

Un mercato che ha aumentato le occasioni ma diminuito drasticamente i budget a disposizione

Ho personalmente consigliato diversi amici attori a dotarsi di piccoli ma efficaci strumenti per registrare la loro voce: un microfono (anche non super professionale), una scheda audio, un computer, e un ambiente tranquillo e protetto. Et voilà: ecco servito l’audiolibro fatto in casa!

C’è un rovescio della medaglia a questa piccola rivoluzione che ha amplificato le occasioni di lavoro per chi ha voce da vendere al microfono. Ovvero i microbudget a disposizione. 

Non ci sono naturalmente grandi denari per chi legge un audiolibro e in generale per lo speaker per il mondo digitale. E poco vale la considerazione di una cara collega che mi ha confessato teneramente di essere stupita che qualcuno la pagasse per…leggere!

Siamo professionisti, ci siamo formati con le unghie e con i denti, rubando il lavoro ai maestri, cercando di farci spazio, in una stagione nella quale – parlo per esperienza diretta – c’è un prima, un apice e inevitabilmente anche un lento declino, al contrario di molte alte professioni che assurgono l’esperienza a fattore chiave della qualità di una consulenza o di un servizio. E allora?

Non scenderò negli inferi delle esemplificazioni economiche di quali siano i cachet a disposizione per registrare un’ora finita di audio per un audiolibro. Roba da colf, con tutto il rispetto per la mia professione e per quella delle collaboratrici domestiche.

Ma vediamo invece che cosa possiamo fare per mantenere alto il livello della qualità percepita. Perché c’è sempre una differenza importante tra un lavoro di speakeraggio fatto bene e uno fatto con superficialità.

Lo speaker per il mondo digitale
Lo speaker per il mondo digitale

C’è solo una risposta: un alto livello di qualità e professionalità

La puntualità. Un aspetto nient’affatto scontato, dal momento che un lavoro pagato poche decine di euro sarà messo sempre in subordine rispetto a uno invece remunerato equamente. Di solito nel mondo del voice over professionale il cosiddetto “turnaround time”, ovvero il tempo che trascorre da quando riceviamo la richiesta a quando inviamo il file definitivo per la sua postproduzione, è molto ristretto, vuoi perché i tempi di registrazione audio sono strettamente correlati al budget, vuoi perché c’è sempre qualche responsabile di prodotto che ha una fretta incredibile di decretare l’on air.

La qualità dell’audio. Dotarsi di un’attrezzatura capace di garantire una buona qualità è fondamentale, perché comunque l’effetto da generare è di tipo professionale e, almeno su questo, i produttori di contenuti audio per il mondo digitale non sono disponibili a transigere. Imparare le piccole regole di una buona registrazione e mettersi anche nelle condizioni di pulire i bianchi registrati dai respiri è una skill facile da apprendere che vi restituirà tanto valore.

Una grande interpretazione al microfono. Dare sempre il massimo, in termini di interpretazione, di intensità, di colori, di ritmo è fondamentale. Uno speaker ci mette decenni per costruire la propria reputazione e pochi minuti per distruggerla: basta un audio registrato con poca convinzione e perdiamo il cliente. Lo speaker per il mondo digitale deve saper dare il massimo. Sempre.

Un sito con una grande demo: avere un sito sempre aggiornato è fondamentale per farsi trovare. Spesso i producer si abituano a trovarvi sul web e a inviarvi messaggi tramite il contact form!

L’home studio e i servizi aggiuntivi: un acceleratore di efficienza

Abbiamo già aperto l’argomento dell’home studio dello speaker che si rivela un grande vantaggio competitivo per chi vende la propria voce. Farlo in qualsiasi momento della giornata, garantendo risposte rapide al producer è certamente oggi considerato un must. Magari in futuro dedicherò qualche parola per parlare di quale setup tecnico può essere consigliabile per lo speaker per il mondo digitale del terzo millennio!.

Un altro aspetto tuttavia da non sottovalutare sono i cosiddetti servizi aggiuntivi che uno speaker professionista deve poter annoverare nella sua offerta.

Mi riferisco alla capacità di adattare un testo per il canale per il quale è stato concepito, essere capaci di verificare una traduzione: se google transistor è diventato il miglior amico di chi non conosce le lingue, è anche vero che ogni tanto offre delle traduzioni ingenue. Lo speaker professionista ha visto abbastanza script da essere in grado di consigliare le espressioni più appropriate che, magari tradotte dall’inglese usando l’algoritmo di intelligenza (poca) artificiale, suonano in italiano decisamente ridicole.

Se poi l’attore doppiatore è in grado di effettuare piccole lavorazioni audio come la sincronizzazione della traccia speaker per il video, allora il suo vantaggio aumenta, offrendo colonne audio direttamente sincronizzabili in time line (gli addetti ai lavori mi hanno già capito al volo), per il video editor che non ha tempo da perdere (e chi ne ha?).

Servizi aggiuntivi come l’adattamento del labiale di una traduzione rientrano nelle competenze, più che degli attori, degli speaker doppiatori, e spesso saranno ricompensate con delle grandi pacche sulle spalle, ma certamente considerate un vantaggio competitivo per i futuri lavori che riceverete da questi clienti.

Ci sentiamo al prossimo articolo, nel quale parleremo diffusamente di quali apparecchiature, a cominciare dal microfono, sono indispensabili per chi vuole fare della voce un mestiere e diventare a pieno titolo lo speaker per il mondo digitale.

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