Essere un attore è un requisito importante. Ma basta? 

Quante volte mi sono sentito dire nel corso di un doppiaggio video: ma tu sei un attore? Domanda difficile, soprattutto se dentro di te ti senti tale ma i tuoi percorsi non sono proprio quelli più blasonati della professione. Eppure, si agitava il pensiero dentro di me, ci so fare come voce per video, qual’è il problema se non ho effettuato tutte le tappe di un percorso di formazione come quello attoriale? Oggi la penso diversamente, sapete? Se avessi avuto la lucidità di scegliere un percorso accademico adeguato, invece di perdermi nella facoltà di legge a inseguire (e ottenere) una laurea che è rimasta sulla carta, avrei potuto perseguire una carriera di primo piano dove si esprimono le voci per video. 

Mi sono perdonato: in fondo sono l’espressione pura di un fenomeno esploso negli anni ottanta: quello delle radio commerciali private, dove le voci famose erano quelle dei DJ e il sogno di ogni ragazzo era quello di diventare una stella della radio.

In pratica sono cresciuto a “pane e microfono”, vivendo come punto di arrivo la capacità di interpretare i mille colori ed emozioni dei caratteri che animano l’immaginario cinematografico e televisivo di chiunque si avvicini con curiosità al mondo del doppiaggio video. Quello dei DJ che si sono trasformati in attori e doppiatori è un drappello ben nutrito di giovani con un ego smisurato e la faccia tosta di voler rompere gli schemi. “Ma come, non hai fatto l’accademia?”

In realtà dentro di me si faceva sempre più spazio la consapevolezza che per diventare una voce per video di primo piano, avrei dovuto studiare da attore. Ed eccomi partito per la tangente a seguire corsi su corsi: prima la dizione, poi la recitazione, infine il doppiaggio. 

Avete presente i grandi tennisti che hanno un braccio più grande dell’altro per via del loro sport? Alla fine mi sono ritrovato tra le voci famose, in un corpo che dell’attore aveva soltanto due sfumature, come Bogart, sapete come si dice, vero? E per giunta non ho mai portato il cappello…

Diventare uno strumento nelle mani di un creativo

A parte gli scherzi, per un radiofonico avvicinarsi al mondo delle voci per video non è stato semplice, anche se si era nel pieno boom della televisione commerciale degli anni ’90. La passione per la tecnica e la tecnologia poi hanno fatto il resto. I venticinque fotogrammi al secondo non hanno mai rappresentato un segreto per me, così come i trucchi per anticipare il sync ed entrare alla perfezione nel poco spazio che era stato riservato alla voce narrante per video. Una palestra non da poco, se poi consideri che ho avuto la fortuna di confrontarmi con i migliori doppiatori e doppiatrici italiane che mi hanno insegnato non tanto i trucchi (direi che non ce n’è) quanto la capacità di scavare dentro me stesso alla ricerca delle emozioni da riversare al doppiaggio video. Riuscire a riprodurre emozioni è alla base di ogni lavoro davanti al microfono come voce per spot. Non avendo il tempo di potersi calare in una parte, e mancando anche le indicazioni di base per comprendere “chi è” la voce narrante per video, bisogna con grande senso pratico, velocità e immediatezza, cogliere ciò che il creativo aveva in mente quando ha scritto la bodycopy dello spot. In questo caso la capacità di mettere in subordine la propria personalità e di consegnarla al servizio del progetto, sono caratteristiche fonamentali che ascrivo alla categoria della professionalità, più che del talento.

L’esperienza vi farà veri professionisti: ma è l’inizio della fine?

Arriverà un certo punto nel quale vi sentirete davvero tra le voci famose dell’etere televisivo: preoccupante? Un pochino, perché potrebbe davvero essere l’inizio della fine della vostra parabola professionale: “ma come, dopo tutto questo sforzo adesso perdo tutto?” domanda lecita, soprattutto per coloro che si considerano arrivati in cima alla scala professionale. Lasciate che condivida con voi una convinzione profonda che si traduce nella massima “chi si ferma è perduto”. La vostra longevità come voce per spot dipende proprio dalla capacità di sperimentare in continuazione e di essere disponibili ad accettare il cambiamento.

La pubblicità si nutre di novità, tendenze, stili, in continuo mutamento e “consuma” letteralmente modalità su modalità nel realizzare la propria comunicazione. Tradotto in soldoni: ci sono momenti in cui il tuo modo di interpretare funziona maledettamente bene ed altri nei quali non funzioni più e vieni presto dimenticato. Questo a meno che non continui a studiare, a metterti in gioco, a ricercare modi e registri che possono offrire alla tua voce per spot una nuance inedita e accattivante.

Sperimentazione continua: l’elisir di giovinezza (professionale)

Ed eccoci al segreto della longevità vocale. La voce, a meno che non siate dei fumatori incalliti, è l’organo umano più longevo del nostro corpo. Garantirgli elasticità e salute è il primo requisito. 

Il secondo è un’attenta osservazione della realtà, una curiosità costante alla ricerca di ciò che funziona in quel momento nel mondo della voce narrante per video. E soprattutto un’umiltà di fondo che diventa un enorme vantaggio competitivo se unita a una grande esperienza e al talento… Ah già che quello – il talento – lo diamo per scontato, giusto?

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